Bullismo sul lavoro: un fenomeno più vivo che mai

Il bullismo non si insinua solo tra i banchi di scuola: anche sul posto di lavoro rappresenta un problema molto serio. Sono sempre di più, infatti, i lavoratori che segnalano comportamenti scortesi o negativi in ufficio o problemi con colleghi particolarmente oppressivi. Un fenomeno difficile da contrastare, che può diventare un grave ostacolo per il benessere.

Lo scenario

Il bullismo sul lavoro, conosciuto anche come “workplace bullying”, è una forma di comportamento sociale di tipo violento e ripetuto nel tempo, attuato nei confronti di colleghi e collaboratori. Può assumere diverse forme ed esprimersi in diversi modi: gli abusi verbali, con intimidazioni persistenti e calunnie finalizzate a screditare la reputazione della vittima, la violenza fisica e l’emarginazione sociale, che può portare anche all’esclusione da incontri e comunicazioni lavorative importanti.

Gli effetti del workplace bullying sono vasti e di ampia portata, soprattutto dopo la pandemia, che li ha ulteriormente rafforzati. L’approfondimento condotto sulle principali testate del settore da Espresso Communication per Great Place to Work Italia definisce il bullismo come “un’epidemia fuori controllo”: addirittura oltre 7 dipendenti su 10 (75%) dichiarano di esserne stati bersagli o di aver assistito ad atti di questo genere per un totale che va oltre i 79 milioni di collaboratori coinvolti solo negli Stati Uniti.

E per quanto riguarda l’Europa? Un recente sondaggio del portale britannico People Management evidenzia che più di un quarto dei collaboratori afferma di essere stato vittima di vessazioni tra le mura del proprio posto di lavoro.

I rischi del bullismo per la salute del lavoratore

Essere oggetto di simili attacchi può mettere repentaglio la salute, la carriera e persino la vita privata. Tra le conseguenze psico-fisiche troviamo forte senso di ansia che può portare ad una vera e propria depressione, pensieri paranoici, disturbi del sonno, ma anche ritiro progressivo dalle relazioni e dalla vita in gruppo. E non è tutto: alcuni studi hanno rilevato che esperienze di emarginazione sociale di questo genere aumentano il rischio di sviluppare disturbi mentali anche dopo 3 – 6 anni di follow-up.

Ma anche l’azienda e la sua reputazione subiscono i contraccolpi di questo fenomeno: il bullismo comporta infatti anche un alto tasso di alto assenteismo e rotazione dei dipendenti.

Come gestire il bullismo sul posto di lavoro?

In ogni luogo di lavoro è fondamentale percepire un clima aziendale ed organizzativo produttivo e stimolante. I capi azienda dovrebbero sfruttare il loro ruolo per prevenire lo sviluppo del bullismo e intervenire attivamente nelle situazioni in cui è già dispiegato tra gli individui.

I collaboratori hanno bisogno di essere ascoltati: solo così sarà possibile contrastare questa problematica, che sta contagiando buona parte dell’universo professionale e lavorativo. L’impegno nel combattere il bullismo deve essere quotidiano e le soluzioni da trovare mirate, tempestive ed efficaci. Bisogna imparare ad ascoltare le persone, supportarle negli ambienti di lavoro e introdurre iniziative, policy e benefit dedicate al loro benessere.

Fonti:

https://www.hrnews.it/imprese-allarme-workplace-bullying-oltre-7-collaboratori-su-10-hanno-subito-vessazioni-sul-posto-di-lavoro/
https://www.psiconline.it/articoli/la-psicologia-del-lavoro/bullismo-nei-luoghi-di-lavoro.html

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