Insoddisfazione cronica: quando i desideri sono troppi

Uno dei momenti più speciali dell’estate si sta finalmente avvicinando: la notte di San Lorenzo. Una notte in cui ogni momento è buono per alzare gli occhi al cielo e affidare alle stelle che cadono tutti i nostri desideri. Ma cosa sono esattamente i desideri in psicologia? E cosa succede quando diventano troppi? Andiamo a scoprirlo insieme.

La tradizione vuole che, ogni 10 agosto, ogni qualvolta una scia luminosa spezzi il buio della notte si possa esprimere un desiderio che si realizzerà. Ma cosa sono esattamente i desideri? E perché ci sembra sempre di non riuscire a realizzarne abbastanza?

I bisogni e i desideri secondo la psicologia

Tutti gli esseri umani hanno dei bisogni di base: bisogni fisiologici bisogni di sicurezza, relativi all’incolumità fisica e psicologica; bisogni di appartenenza, alla famiglia, alla coppia, al gruppo e alla società; bisogni legati alla stima di sé, di autonomia e autocontrollo; bisogni di autorealizzazione in un orizzonte etico e sociale.
Se il bisogno corrisponde a un’esigenza di base, fisica o emotiva, il desiderio è la rappresentazione di tale esigenza a livello di immaginario. Bisogno e desiderio si basano quindi su uno stato di mancanza: il bisogno denuncia tale lacuna, il desiderio descrive lo scenario immaginario di una sua possibile realizzazione.

Che cos’è l’insoddisfazione cronica

Spesso però, non basta una buona stella per realizzare un desiderio. E ancora più spesso a noi non basta un solo desiderio realizzato. In un’epoca in cui tutto è facilmente raggiungibile con un click e le vite degli altri sono costantemente messe in vetrina è facile sentirsi permanentemente insoddisfatti. Stiamo diventando sempre più incapaci di gioire di ciò che abbiamo conquistato, con l’attenzione sempre puntata a ciò che ci manca ancora. Questo senso permanente di mancanza può evolvere in meccanismi di difesa come delusione, rabbia, invidia: perché se qualcosa manca a noi, non dovrebbe essere posseduta nemmeno da un altro.

Come sconfiggere l’insoddisfazione cronica

Intraprendere un percorso psicologico, come quelli che ISSIM mette a disposizione per l’azienda e le sue persone, può essere importante per riflettere sul proprio stato emotivo e sulla propria autostima sia nella vita personale che professionale. La consapevolezza permette infatti di bilanciare l’insoddisfazione e recuperare un valore essenziale: il valore dell’impegno. Non dobbiamo vivere all’insegna del “minimo sforzo, massimo risultato” ma impegnarci piuttosto a fare bene le cose, sia sul lavoro che nella vita privata, con costante attenzione al valore che mettiamo nei nostri gesti. Riconoscere di aver messo impegno per raggiungere qualcosa che vogliamo, al di là del risultato, ci fa sentire più performanti e soddisfatti.

Fonti:

https://www.psicologa-roma-aielli.it/volere-e-potere-ma-se-ci-manca-la-forza-di-volonta/#:~:text=Bisogno%20e%20desiderio%20si%20basano,si%20organizza%20verso%20una%20meta.
https://www.ipsico.it/news/insoddisfazione-cronica/

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