Quando ci siamo trovati l’ultima volta a dire “Grazie” in modo sincero e a provare riconoscenza verso un amico, un familiare, un collega o perché no, anche verso noi stessi? Queste sono le riflessioni alla base della Giornata mondiale della Gratitudine, che si celebra ogni 21 settembre. Dal latino “gratia”, la gratitudine è associata a sentimenti di grande felicità, così come alla salute psicofisica. Sembra infatti che qualsiasi forma di ringraziamento permetta di migliorare il proprio benessere, mediante gli impulsi neurologici che la gratitudine provoca e che a loro volta, determinano con un effetto domino effetti positivi per la nostra vita.
I benefici della gratitudine
Uno dei testi più riconosciuti sul tema della gratitudine è “Why Gratitude Enhances Well-Being What We Know, What We Need to Know”, del Dr. Emmons, una rassegna letteraria che esplora i diversi meccanismi attraverso cui la gratitudine migliora la nostra vita, apportando una serie di benefici.
Ecco i principali benefici della gratitudine sul benessere generale di un individuo:
- la gratitudine migliora le abilità di affrontare i problemi in situazioni di stress e difficoltà;
- riduce le emozioni tossiche derivanti dai confronti sociali che comportano invidia e risentimento;
- riduce il senso di rimpianto derivante dal confronto tra la percezione di come sono andate le cose nella propria vita e come invece avrebbero potuto andare;
- riduce l’attaccamento al materialismo, che secondo le ricerche porta a insoddisfazione, infelicità, bassa autostima;
- aumenta l’autostima;
- favorisce il recupero di ricordi autobiografici positivi;
- migliora le relazioni sociali favorendo la costruzione di nuovi legami e rafforzando quelli già esistenti;
- motiva il comportamento morale e favorisce lo scambio reciproco;
- facilita il raggiungimento degli obiettivi personali;
- promuove la salute fisica.
Tutti questi benefici impattano in maniera significativa anche sulla nostra vita lavorativa. La mancanza di gentilezza e di gratitudine porta infatti ad una forte instabilità in azienda. Essere grati non significa osservare un “codice etico di comportamento”, ma riconoscere il valore di un collega, di un superiore o di qualsiasi altra figura, creando così un ambiente di lavoro costruttivo e piacevole.
La gratitudine è un sentimento innato?
Esistono persone più predisposte a mostrare gratitudine perché capaci di mantenere con naturalezza un atteggiamento tendenzialmente positivo a prescindere dagli eventi esterni e di concentrarsi sul “buono” delle cose anche in momenti difficili, trovando un’opportunità perfino nelle circostanze più complicate. In ogni caso, seppur si nasca con una certa propensione a sviluppare questo atteggiamento, uno specifico percorso psicologico e un lavoro introspettivo su sé stessi possono contribuire ad allenare il proprio cervello all’ottimismo e alla gratitudine.
ISSIM, grazie al servizio di qualificati professionisti del welfare, fornisce alle aziende e ai loro dipendenti servizi utili a potenziare e a migliorare la gratitudine nel luogo di lavoro, rafforzando, così, il team working, il senso di appartenenza e la disponibilità nei confronti dell’altro.
Fonti:
https://psicologheinrete.it/benessere/coltivare-la-gratitudine-sentirsi-meglio https://psichedintorni.it/gratitudine-6-benefici-scienza/