Promuovere l’importanza delle relazioni umane al centro della Giornata Mondiale del servizio sociale 2020

Il 17 marzo si celebra il World Social World Day (WSWD), con un dibattito rivolto agli assistenti sociali di tutto il mondo dedicato a promuovere l’importanza delle relazioni umane per il servizio sociale e lo sviluppo sociale. Ne abbiamo parlato con Annamaria Campanini, Presidente dell’Associazione internazionale delle scuole di servizio sociale (IASSW) e Professore di Servizio sociale, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale presso l’Università Milano Bicocca.

Intervista a Prof.ssa Annamaria Campanini

Presidente dell’Associazione internazionale delle scuole di servizio sociale (IASSW) e Professore di Servizio sociale, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale presso l’Università Milano Bicocca.

Perché dedicare alle relazioni il dibattito di questa World Social World Day 2020?

Il tema “Promuovere l’importanza delle relazioni umane per un mondo sostenibile” non poteva essere più consonante con le radici profonde del servizio sociale che trovano nella relazione d’aiuto un elemento centrale dell’intervento professionale.

Quotidianamente, come assistenti sociali siamo coinvolti nell’affrontare situazioni dove le relazioni sono messe a dura prova, dove si sviluppano conflitti, tensioni e questo vale sia nel rapporto che intratteniamo con le persone che utilizzano i servizi, sia con i colleghi, con gli amministratori, con gli attori sociali della comunità.

Ad un livello più generale ci troviamo ad affrontare contesti, dove è necessario contemperare il tema delle relazioni con quello dei diritti per garantire che questi siano rispettati, che vi sia un equilibrio tra possibili diritti concorrenti, per contribuire a ridurre la marginalizzazione di coloro che spesso sono invisibili, per sviluppare processi partecipativi nella comunità volti ad accrescere salute e benessere per tutti promuovendo uno sviluppo sostenibile.

Come si evolve quindi il ruolo dell’assistente sociale?

Non possiamo esaurire i nostri interventi e non dobbiamo limitarli all’erogazione burocratica di risorse poche o tante che siano, l’assistente sociale credo oggi più che mai debba recuperare il cuore dell’intervento professionale: accoglienza, ascolto, individuazione delle competenze presenti in coloro che accedono ai servizi e non solo delle criticità, per cogliere l’altro nella sua interezza, ponendosi non come un esperto che adotta una logica istruttiva ma come un accompagnatore temporaneo che si affianca nella vita della persona in un processo di collaborazione orientata al cambiamento possibile.

L’attenzione alla relazione può offrire ulteriori spunti di riflessione?

Sì, attraverso questa focalizzazione sulla relazione, vedo anche un’ulteriore possibilità, quella di mantenere l’attenzione sul rapporto persona-ambiente. Lo scorso anno abbiamo lavorato su questo tema in chiave più ecologica, ma possiamo integrare l’aspetto della sostenibilità ambientale nella logica “trifocale” che caratterizza il servizio sociale italiano.

L’attenzione alle relazioni che la persona ha con il suo ambiente ci consente di individuare risorse e criticità che vanno a sollecitare progetti, interventi possibili nella comunità così come azioni di policy practice per sviluppare una società più rispettosa dei diritti di tutti e più giusta.

Articoli correlati

Visual Portfolio, Posts & Image Gallery for WordPress