Rientro in ufficio post covid: cosa ci preoccupa di più?

Lo smart working è una modalità che divide in due grandi gruppi. A molti fa piacere stare a casa, evitare spostamenti ed essere più vicini alla propria famiglia, ma c’è anche chi non vede l’ora di tornare a timbrare il badge, per ritrovare un contatto più umano con i colleghi e tracciare una linea netta tra privato e lavoro. Da qualunque parte la si guardi però, per la maggior parte di noi la fase di lavoro agile è stata lunga e intensa, e adesso riprendere i ritmi del rientro in ufficio non è facile. Come gestire al meglio questa fase?

Riprendere i mezzi, tornare alla vita frenetica, chiedersi continuamente come si riusciva a fare ciò che si faceva prima, sentirsi più stanchi. Le persone che rientrano in ufficio post emergenza non sono più abituate e anche la concentrazione ad un certo punto ne risente, perché corpo e mente fanno fatica a tornare a collaborare. Quando siamo in smart working, infatti, il fisico è più rilassato mentre la mente lavora, quindi ci si stanca di meno. Adesso, che si riinizia come prima, fisico e mente devono tornare ad andare allo stesso ritmo.

È difficile tornare alla frenesia di lavorare in ufficio, gestire la casa, stare dietro alla famiglia e agli impegni personali. Come ritrovare quella vitalità che abbiamo sempre avuto? Dandoci il tempo necessario e guardando sempre il positivo. L’energia che ci manca dobbiamo riprenderla soddisfando le mancanze che avevamo in smart working: il caffè con il collega, curarci di più, riuscire a gestire con più rapidità le situazioni professionali grazie alla vicinanza” afferma Alessia Zucconelli, Welfare Specialist e Family Coach ISSIM.

Tendiamo sempre a vedere solo gli ostacoli che abbiamo davanti, ma se invece ci sforzassimo di dare peso agli aspetti positivi potremmo reinnescare quell’energia che è la chiave per andare avanti. Per il fisico abituarsi è più semplice mentre la mente ci mette sempre un po’ di più, ma come sapeva fare qualcosa prima tornerà a farlo anche dopo.

Un altro aspetto enfatizzato in questo periodo è sicuramente il distacco dai figli. Una difficoltà che c’è sempre stata, ma dopo un lungo periodo in cui lavoro e famiglia hanno iniziato a confondersi il disagio è diventato sicuramente più forte. Dopo aver avuto per lungo tempo i propri figli vicino, infatti, veniamo presi dall’ansia che senza di noi nulla vada più avanti, mentre bisogna ricordarsi che i bambini hanno tantissime potenzialità, vogliono e devono fare le loro cose anche in autonomia. Il distacco è sentito più da parte del genitore che del bambino. Bisogna imparare da loro, da come sanno affrontare il nuovo con curiosità e non con paura.

Per gestire al meglio il rientro i lavoratori dovranno quindi ritrovare una capacità fondamentale, il sapersi adattare ad ogni situazione. Mentre le aziende, dal canto loro, dovranno dimostrare quanta più possibile flessibilità e tolleranza, tenendo conto degli aspetti psicologici che il momento comporta. In questo contesto, è evidente quanto possa essere fondamentale il contributo di un professionista come quelli che ISSIM mette al servizio delle aziende, e quanto i servizi di ascolto possano rivelarsi cruciali nell’assicurare il recupero del benessere individuale e organizzativo.

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