Welfare aziendale efficace solo nel 6% delle organizzazioni

Disallineamento tra i servizi offerti e le reali esigenze dei lavoratori, l’ascolto individuale utile per erogare attività su misura e contenere gli sprechi, ma è esercitato solo in 4 aziende su 10.

Un sostanziale mismatch tra servizi offerti dalle aziende rispetto alle necessità dei lavoratori, è quanto emerge dalla ricerca voluta da ISSIM e svolta da AstraRicerche che ha interrogato un campione di 800 lavoratori impiegati in strutture con almeno 10 dipendenti circa il ruolo dell’ascolto, quanto è praticato e che impatto ha sulla qualità di vita dei lavoratori.

I risultati mostrano che solo il 6% delle aziende eroga servizi di welfare efficaci che rispondono concretamente ai bisogni dei lavoratori, tanto che il gap tra domanda del lavoratore e risposta aziendale è molto ampio (tra 10 a 40 punti percentuali), evidenziando di conseguenza uno spreco delle risorse investite. Alcuni esempi: dalla ricerca appare una fortissima richiesta di bisogno di riposo e di dedicare tempo ai propri interessi, ma i numeri parlano di un basso livello di attivazione da parte dell’azienda (52,5% contro l’11,5% e 48,7% contro 9,9%), al contrario della necessità di formazione, erogata in abbondanza, ma senza rispondere ad un bisogno verificato (18,7% richiesto contro 25% fornito).

Per colmare questo scollamento, emerge la potenzialità di mettersi in ascolto, per capire quali necessità soddisfare e dove orientare l’offerta per non “sprecare” risorse con investimenti in servizi ritenuti poco utili dai lavoratori.

NON SOLO FLESSIBILITÀ E SMART WORKING

I questionari fanno emergere che flessibilità di orario e smart working si confermano essere i servizi più utili con valori del 62,4% e 37,2% a cui segue il congedo parentale (27,3%), sia per le famiglie con figli, come previsto, ma soprattutto per i nuclei monocomponente (utili al 60% della categoria).

Queste sono tra le attività più comunemente offerte e più “di moda”, con il limite che spesso si considerano sufficienti e superficialmente sinonimi dell’intero sistema di welfare aziendale. La lettura dei dati conferma che non è necessario proporre il medesimo servizio a pioggia perché l’ascolto e la conseguente personalizzazione delle offerte rappresenta la chiave per migliorare realmente l’organizzazione instaurando così un circolo virtuoso.

Mettersi in ascolto è un investimento a cui vengono riconosciuti in potenza molteplici benefici come:

  • un miglioramento del clima interno (secondo il 78% degli intervistati),
  • un maggiore senso di appartenenza (75,7%)
  • una migliore comunicazione interna (75,5%).

Articoli correlati

Visual Portfolio, Posts & Image Gallery for WordPress